Guillastre - Bourg-Saint-Maurice
La tappa più lunga (340 chilometri) e che passa attraverso i tre mitici passo del (moto)ciclismo mondiale - Izoard, Galibier e Iseran - è, come possiamo dirlo senza offendere nessuno?... una barzelletta, passi a parte.
Partenza da: Guillestre, France. Arrivo a: Bourg-Saint-Maurice, France.
Da Guillastre fine alla ridente cittadina di Arvieux (dove si respira pura aria di campagna odorante d'erba e fieno) si viaggia lisci, tra curve e tornanti facili facili. Anche la strada che mena all'Izoard (2360m slm) non presenta particolari difficoltà: forse è il colle più facile d'affrontare in assoluto.
Nota dolente: la foto sul colle me la fatta un belga od olandese (non ricordo chi dei due), combinando un pasticcio assurdo. Ma, cercando di salvare capra e cavoli, un po' l'ho aggiustata, ma non posso fare miracoli contro le alti luci bruciate.
Dopo una discesa bella larga ecco la strada che da Briançon porta fino al Col du Lautaret: quasi una superstrada, con velocità variabile tra i 60 e i 100 all'ora (dipende dai tratti, dalla velocità massima e dalla presenza dei radar).
Iniziati il Lautaret giriamo a destra per il vero mito: sua maestà il Col du Galibier. E non si prende il tunnel, lo si fa fino in cima: 2642 metri sopra il mare.
L'importanza del Galibier è anche strategica: è il punto di confine tra la Francia e la Savoia. Si, perché gli abitanti di questa terra, ceduta dalla (ir)real casa savoia (minuscolo dovuto) nel 1860, si sentono francesi esattamente come i corsi ed i baschi.
Dal Lautaret esiste una seconda possibilità: andate diritti verso l'Alpe d'Huez, Le Verney e Col de la Croix-de-Fer.
Torniamo a bomba: il Galibier inizia facile ma, salendo, diventa sempre più difficile fino alla impervia erta finale: una strada per veri motard, qui non c'è spazio per i novellini delle due ruote. Tra l'altro è anche trafficata: non solo moto e ciclisti, ma anche automobilisti in cerca di un'emozione impossibile da trovare su un mezzo con più di due ruote.
Momento divertente: arriva un gruppo di anziani motociclisti svizzeri a bordo di costosissime ed iperaccessoriate Harley. Col ghiaietto che imperversa sullo slargo dove siamo posteggiati per poco uno di loro fa carambola su una moto da almeno 60.000 euro. Glom!
Dopo le foto di rito si scende verso Valloire e, subito dopo, si affronta il Col du Télégraph e da li si scende verso Saint-Michel-de-Maurienne.
Da li fino alla salita che porta all'Iseran altra strada dritta come un fuso.
L'Iseran è, citando Wikipedia, "il più alto valico stradale asfaltato europeo (dal Colle della Bonette parte una strada che raggiunge i 2802 metri, tuttavia il valico vero e proprio è situato a 2715 m s.l.m.)": 2770 metri d'altezza e di puro godimento. La strada è simile a quella del Galibier, con tratti di altissima difficoltà, ma con una carreggiata più larga e un asfalto migliore.
Da qui si raggiunge Val D'Isere e, attraverso l'ennesimo tratto di noiosa strada ritta come un filo, Bourg-Saint-Maurice dove sono arrivato alle prime luci del pomeriggio (16:00 o 16:30).
Ivi ho pernottato a Le Petit Auberge, un delizioso alberghetto a conduzione famigliare che mi è costato 53 euro (tassa di soggiorno inclusa) più 6 di prima colazione: totale € 59.
La camera è grande, wifi gratuito (richiede registrazione al portale, anche con dati falsi), unico neo la vasca da bagno con doccia: è da cambiare, è sporca!
Dopo una visita al centro della cittadina, in pratica due vie ed una piazza messe in croce, ed un delizioso e ricchissimo gelato (4 euro, ma il cono è immenso!) da Aux delices de tarentaise, mi dirigo al ristorante scelto: Le Petit Auberge. Si, è vero, mai al ristorante dell'albergo. Ma questa volta l'ho scelto per due ragioni:
1) mi è stato altamente raccomandato dall'Ufficio del Turismo (o, meglio, dalle impiegate che ivi lavorano)
2) albergo e ristorante, pur condividendo la stessa struttura, sono gestiti da persone diverse (come mi ha detto l'albergatrice: "different businnes"). Qui ho preso il menu savoiardo che consiste in una fetta di torta di Beaufort (occhio che è bollente!) seguita da due salsicce in salsa di pomodori e cipolle con contorno delizioso di Crozets au Sarrasin e, per finire, dessert: un totale di 21 euro acqua inclusa (a volte non la si paga, è acqua del rubinetto, peraltro ottima e fresca).
Ristorante veramente interessante, frequentato principalmente da gente del luogo e dai militari della vicina base delle truppe di montagna. E da qualche ospite dell'albergo.
Partenza da: Guillestre, France. Arrivo a: Bourg-Saint-Maurice, France.
Da Guillastre fine alla ridente cittadina di Arvieux (dove si respira pura aria di campagna odorante d'erba e fieno) si viaggia lisci, tra curve e tornanti facili facili. Anche la strada che mena all'Izoard (2360m slm) non presenta particolari difficoltà: forse è il colle più facile d'affrontare in assoluto.
Nota dolente: la foto sul colle me la fatta un belga od olandese (non ricordo chi dei due), combinando un pasticcio assurdo. Ma, cercando di salvare capra e cavoli, un po' l'ho aggiustata, ma non posso fare miracoli contro le alti luci bruciate.
Dopo una discesa bella larga ecco la strada che da Briançon porta fino al Col du Lautaret: quasi una superstrada, con velocità variabile tra i 60 e i 100 all'ora (dipende dai tratti, dalla velocità massima e dalla presenza dei radar).
Iniziati il Lautaret giriamo a destra per il vero mito: sua maestà il Col du Galibier. E non si prende il tunnel, lo si fa fino in cima: 2642 metri sopra il mare.
L'importanza del Galibier è anche strategica: è il punto di confine tra la Francia e la Savoia. Si, perché gli abitanti di questa terra, ceduta dalla (ir)real casa savoia (minuscolo dovuto) nel 1860, si sentono francesi esattamente come i corsi ed i baschi.
Dal Lautaret esiste una seconda possibilità: andate diritti verso l'Alpe d'Huez, Le Verney e Col de la Croix-de-Fer.
Torniamo a bomba: il Galibier inizia facile ma, salendo, diventa sempre più difficile fino alla impervia erta finale: una strada per veri motard, qui non c'è spazio per i novellini delle due ruote. Tra l'altro è anche trafficata: non solo moto e ciclisti, ma anche automobilisti in cerca di un'emozione impossibile da trovare su un mezzo con più di due ruote.
Momento divertente: arriva un gruppo di anziani motociclisti svizzeri a bordo di costosissime ed iperaccessoriate Harley. Col ghiaietto che imperversa sullo slargo dove siamo posteggiati per poco uno di loro fa carambola su una moto da almeno 60.000 euro. Glom!
Dopo le foto di rito si scende verso Valloire e, subito dopo, si affronta il Col du Télégraph e da li si scende verso Saint-Michel-de-Maurienne.
Da li fino alla salita che porta all'Iseran altra strada dritta come un fuso.
L'Iseran è, citando Wikipedia, "il più alto valico stradale asfaltato europeo (dal Colle della Bonette parte una strada che raggiunge i 2802 metri, tuttavia il valico vero e proprio è situato a 2715 m s.l.m.)": 2770 metri d'altezza e di puro godimento. La strada è simile a quella del Galibier, con tratti di altissima difficoltà, ma con una carreggiata più larga e un asfalto migliore.
Da qui si raggiunge Val D'Isere e, attraverso l'ennesimo tratto di noiosa strada ritta come un filo, Bourg-Saint-Maurice dove sono arrivato alle prime luci del pomeriggio (16:00 o 16:30).
Ivi ho pernottato a Le Petit Auberge, un delizioso alberghetto a conduzione famigliare che mi è costato 53 euro (tassa di soggiorno inclusa) più 6 di prima colazione: totale € 59.
La camera è grande, wifi gratuito (richiede registrazione al portale, anche con dati falsi), unico neo la vasca da bagno con doccia: è da cambiare, è sporca!
Dopo una visita al centro della cittadina, in pratica due vie ed una piazza messe in croce, ed un delizioso e ricchissimo gelato (4 euro, ma il cono è immenso!) da Aux delices de tarentaise, mi dirigo al ristorante scelto: Le Petit Auberge. Si, è vero, mai al ristorante dell'albergo. Ma questa volta l'ho scelto per due ragioni:
1) mi è stato altamente raccomandato dall'Ufficio del Turismo (o, meglio, dalle impiegate che ivi lavorano)
2) albergo e ristorante, pur condividendo la stessa struttura, sono gestiti da persone diverse (come mi ha detto l'albergatrice: "different businnes"). Qui ho preso il menu savoiardo che consiste in una fetta di torta di Beaufort (occhio che è bollente!) seguita da due salsicce in salsa di pomodori e cipolle con contorno delizioso di Crozets au Sarrasin e, per finire, dessert: un totale di 21 euro acqua inclusa (a volte non la si paga, è acqua del rubinetto, peraltro ottima e fresca).
Ristorante veramente interessante, frequentato principalmente da gente del luogo e dai militari della vicina base delle truppe di montagna. E da qualche ospite dell'albergo.
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