Val d'Aosta 2018: curve, tornanti e anche bei posti


La Valle offre strade fantastiche per il motociclista: larghe, ben tenute, ben asfaltate, ben tutto.
Saranno pure 4 gatti (esattamente 125 mila abitanti per 3260 kmq, con una densità di meno di 39 abitanti per kmq), ma sanno come vivere, come rispettare il codice, come comportarsi, come essere gentili.
E bei posti da visitare.
Ma, anche, un'amara sorpresa.
Partiamo dall'inizio, disse colui che iniziò a scalare una montagna dalla vetta.
Ovvero da lunedì.
Mi alzo ed è brutto tempo.
Però, voltando lo sguardo verso Aosta, si vede il sole.
E allora fanculo il programma dei giri messo su Google Drive e, via, invece che Bard/Issogne/Verres si va ad Aosta.
Passando per due castelli che... vabbè, non sono visitabili.
Uno è il Castello Passerin d'Entrèves di Saint-Christophe, che è una residenza privata (come quello di Châtillon) , e l'altro è il Castello Jocteau o Duca degli Abruzzi, che ospita il comando della Scuola militare alpina di Aosta e un piccolo museo dell'alpinismo.
Al che mi catafondo ad Aosta con la ferma intenzione di visitare la mitica "Aosta romana":
si parte con il famoso Arco d'Augusto

si prosegue con il Teatro Romano



poi il criptoportico forense

per passare al Museo Archeologico (notare come Facebook lo collochi a Bolzano)

passando per la chiesa Paleocristiana di San Lorenzo

e l'attigua Collegiata di Sant'Orso

per finire con la Cattedrale

Passo indietro: domenica sera, dopo un'amena chiacchierata con Corrado, il gestore/proprietario/guru/motard di CameraFenis, sono andato a visitare il castello di Fenis: parecchio carino.
Esternamente, soprattutto di notte, è bellissimo. Da visitare uno dei migliori, forse il migliore tra i medioevali (non tutti lo sono, un paio sono molto più recenti). Inoltre, alla mattina, mi sono ritrovato con la batteria a terra, e da sostituire, perdendo così un'oretta. Risultato: ho preso l'autostrada (cosa che odio e detesto)

Martedì di nuovo brutto però non si intravede, in cielo, nessuna zona chiara come il giorno prima.
Mi vesto pesante (al posto dei jeans i pantaloni da moto), in maniera da essere pronto al peggio, e metto in valigia laterale gli stivaletti da moto H2Out (ai piedi scarpe da camminata).
Il giro: Donnas, Bard, Issogne, Verres (attenzione: levate l'opzione autostrade, sempre):

Donnas per la strada romana delle Gallie ed il suo arco, che definire vaccata totale è poco (mentre il borgo medioevale di Donnas è assai sfizioso)
Bard per l'omonimo forte, ca va sans dire


mentre Issogne e Verres per i loro rispettivi castelli (ad uso esclusivamente civile e abitativo il primo, classico forte medioevale difensivo il secondo)




Delusione totale il famoso e leggendario Forte di Bard, che era il motivo cardine per cui avevo scelto la Valle.
Bellissimo e imponente esternamente, ma dentro è diventato un museo plurisala, una specie di "Palazzo Ducale di Genova" locale, con mostre pittoriche (Matisse), fotografiche (Henri Cartier-Bresson e "La Guerra Bianca. Fotografie di Stefano Torrione" sulla prima guerra mondiale all'interno della cd "Opera Ferdinando - Museo delle Fortificazioni" (mediocre). Avendo già visto Matisse e Cartier-Bresson in quel di Genova ho optato per "Le Prigioni"e "Opera Ferdinando", trovando "Le prigioni" decisamente immancabili per scoprire la storia e le vicende del forte di Bard.
Ho saltato il "Museo delle Alpi", mentre la sezione "Confini" del Ferdinando non era aperta al pubblico.
Mentre i due castelli mi hanno fornito sensazioni diverse: quello di Issogne, decisamente più interessante, mi è piaciuto meno di quello di Verres, teoricamente più "classico".
Bella tosta la strada per andare a quello al secondo, con tanto sterco di vacca per terra, e conseguente odore ben poco gradevole.
Partito con un freddo boia, a mezzogiorno, all'uscita dal forte di Bard, il tempo era radicalmente cambiato: splendeva il sole e la temperatura era decisamente gradevole.
Il giorno dopo giornata puramente motociclistica: Piccolo San Bernaro e Bourg Saint Maurice (penultima tappa del Tour del Grandes Alpes partendo da Mentone), con deviazione finale (non mappata) al Monte Bianco.






Venerdì, oltre all'immancabile trippa, mi sono fatto:
Castel Savoia (castello fatto erigere dalla regina Margherita di Savoia, amante della montagna e delle valli di Gressoney), decisamente molto bello; strappo fino alle falde del Monte Rosa,;e poi, come suggeritomi da un giovine da Bierfall, una deviazione nella valle di Champorcher;
visita alle falde del Kilimanjaro, pardon, Monte Rosa, proprio dove finisce l'ultima strada

e, per finire, la valle di Champorcher, con tanti bei tornanti

Sabato gli ultimi due castelli


e dopo uno sguardo veloce a quello di Aymaville che aprirà, assieme al Castello di Saint-Pierre, nel 2020 circa (forse un po' prima Aymaville, forse un po' dopo Saint-Pierre) rotta verso una destinazione particolare

che è una delle rare opere romane private della Valle, per poi finire a Cogne.

e da li il ritorno a Fenis.
Il giorno dopi il ritorno a casa, e dopo aver scelto il tragitto non autostradale su Google Maps (perché Waze non permette di creare tragitti e viaggi?), ogni 5 minuti mi sentivo dire "abbiamo trovato un percorso migliore, che ti fa guadagnare 4/3/2/0.5 minuti". Io non voglio il percorso più corto, io voglio il percorso più veloce (spesso i due termini, che sembrano simili, sono in contraddizione tra loro), è così difficile capirlo?
Per di più mi fa uscire dalla SS26 (Aosta - Torino) per andare nel vercellese più profondo (in direzione Trino), per poi tornare in direzione Torino e prendere un'altra strada regionale verso il Monferrato. Ma farmi fare la 26 e farmi girare più avanti (si, si può, ho controllato) no? Beh: per assurdo è più lunga (di poco) ma è decisamente più veloce (dritta, niente numero impressionante di rotonde da prendere). Per di più in un paese del Monferrato, forse Casale o forse no, mi manda a perdere perché spara la prima indicazione, la ripete, poi spara la seconda quando sei già andato oltre e non ci capisci più nulla.
A quel punto ho chiuso Maps, messo HERE, e andato liscio e veloce fino a casina.
Lampeggi e dita a V
(prossimamente foto & co)

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