Cuneese 2021: variabile con brio


No, non l'ex stopper della Juventus.
No, è che il tempo è stato, come dire, l’ennesimo bastardo di Pizzofalcone.
Quantomeno per i primi due giorni.
All'andata a Pegli c'era parecchia acqua per strada, tanto da superare l'altezza dei miei stivali da moto e portarmi all'arrivo con i piedi bagnati e diacci.
Prendo l'autostrada e, beffa delle beffe, al casello successivo, Genova Prà, c'è un pallido sole.
Però non esco fino a Millesimo, da li mi catafiondo al Dechatlon di Cuneo per prendere un "kway" dei poveri (14,99), taglia 3XL, affinché copra la mia parte superiore vestita da moto... e il compito l'esegue in maniera spettacolare.






Dronero by night


Panoramica con il ponte del diavolo

Ponte del Diavolo





Ponte del Diavolo dal ponte nuovo

Da li fino all'arrivo il tempo diventa di stampo "variabile"
In pratica la mia "mappa" da Millesimo in poi è stata questa:

Km totali:


E pure il giorno dopo, anche se limitatamente al pomeriggio, davano pioggia.
Le mie mete erano: Grotte di Bossea e il Santuario di Vicoforte di Mondovì, due luoghi chiusi scelti appositamente.
Mappa:


Notare come GMaps volesse farmi andare a Vicoforte per stradine sterrate.
Sono tornato indietro e, fermandomi a pranzo alla Vecchia Giacobba, ho proseguito per la metà sotto una pioggia più fastidiosa che altro.
Da "genio", invece che andare tutto bardato da moto e poi cambiarmi alle grotte portandomi dietro un paio di sneakers e dei jeans, ci sono andato direttamente in scarpette e pantaloni. Per fortuna il copripantaloni della Tucano Urbano, un vecchio Diluvio Plus che prima o poi pensiono, ha limitato i danni, ma non per le scarpe.
Fatto stupido accadutomi al Santuario: esco dopo la visita, vado dalla moto e... non trovo le chiavi, non sono nelle tasche dei pantaloni e neppure in quelle della giacca. Oh, mi dico, sarò stato mica così belina da averle lasciate attaccate alla moto?
No, non ci sono.
Torna indietro, ricerca, ri-ricerca, chiedi, poi una che lavora li dice "eh, strano, grosse come saranno se fossero cadute avrebbero fatto rumore" e mi si accende la lampadina che era stata offuscata dal panic-mode.
Apro la gamba sinistra del copripantaloni, nulla; apro quella destra: eccole.
E si ritorna all'albergo, dopo aver percorso



Mercoledì: Strada Romantica delle Langhe e del Roero con temperature e tempo estremamente variabili, ma per fortuna la pioggia diventerà un ricordo del passato.
La strada "classica" sarebbe questa

ma io faccio spesso di testa mia, o mixo con inspirazioni trovate online, tipo su Facebook

L'area sosta camper di Benevello è, in realtà, Neive, ma in quella zona sia GMaps che il mio cellulare (Google Pixel 4a) hanno dato di matto, con il secondo che ogni tanto si spegneva senza nessun motivo apparente, soprattutto dopo Neive.
Chilometri? Assai (vanno levati i 151 del giorno prima)

Il fatto "strano" del mio giro sulla Strada Romantica delle Langhe e del Roero è dovuto al benvenuto, molto caldo ma non caloroso, che ho ricevuto: un uccello, quale non saprei dire, che con mira precisissima mi ha scagazzato in piena faccia, prendendo le mie labbra in pieno.
Per la serie: lo vuoi il casco modulare? Lo vuoi tenere aperto? Ecco, poi succedono queste cose.

E ora due giorni tra Italia e Francia.
Avrei voluto iniziare con un classico: Agnello - Maddalena, ma il mio Google Keep aveva, in realtà sono stato io ad aver fatto la cazzata, sovrascritto il tragitto con uno sulla tratta Maddalena - Lombarda.
Che alla fin fine faccio; ma con GMaps che "no, di li è chiuso" (Col d'Allos, in realtà aperto), "cavolo giri di qui, è chiuso" (Bonette, in realtà aperta); passando dal col de la Cayolle (bello tosto, impegnativo, e sopra molto freddo e ventoso)... che stando a Maps sarebbe dovuto essere chiuso. Ne avesse azzeccata una...
Momento ilare:



Chilometri fatti? Tanti, ma tanti tanti (e sono arrivato tardi perché sono una belina: tra Isola e Isola 2000 lampeggia la spia della riserva - no, la mia versione non ha l'indicatore della benzina, messo l'anno o due anni dopo - e pensando di trovare un benzinaio a Isola 2000 sono andato avanti. Ovviamente lì benzinai non ce ne sono, ma pensando di essere più vicino a Vinadio che a Isola sono andato avanti, imperterrito, facendo la discesa che dalla Lombarda porta ai primi segnali di civiltà  o in prima o in folle, dando quando occorreva un filo di gas nella speranza di riuscire ad arrivare a una pompa di benzina senza bestemmiare troppo)


Il giorno dopo Agnello - Maddalena, creando la mappa velocemente in albergo
Il tragitto è stato questo:

con questo piccolo particolare

Li c'è la Fontaine Pétrifiante De Réotier, che avrei gradito visitare, ma... nonostante il suo "gira a sinistra", io continuavo a vedere un sentiero e null'altro (Grazia, Graziella, e grazie al ciufolo: per arrivarci avrei dovuto posteggiare la moto e proseguire a piedi. altro che "gira a sinistra")
Per tacere della tappa "Museo della Moto", dove voleva farmi finire spiaccicato contro un caseggiato.





mentre il Col du Vars lo ammetto: speravo meglio, troppo facile e veloce
Infatti solo

Ultimo giorno e il tempo ritorna variabile con brio ma senza Sergio davanti.
Nuvole, fresco; sole, caldo: 'ste due coppie di stronzi si alternavano tutto il giorno.
Obiettivo: il Castello Reale di Racconigi e, se avanzava tempo, a quello di Grinzane Cavour.
Purtroppo il tempo non c'è stato, ma per colpa mia: già mi sono svegliato tardi ("è dietro l'angolo"), poi Google Maps mi ha fatto prendere strade che mi vien voglia di uccidere con atroci tormenti le persone che ne compongono il team (e, infatti, al ritorno ho fatto di testa mia facendo non solo meno chilometri, ma impiegandoci pure meno tempo), e poi arrivo e "ma ha la prenotazione?" e casco dal pero, e la prima visita libera è alle 3 del pomeriggio (e non sono ancora le 11).
Percorso

e chilometri fatti


Mentre il viaggio di ritorno si è concluso dopo (ma vanno levati i 102 qui sopra)


per fare questo tragitto (con particolare)


e con la Liguria che mi ha accolto così

Ok, ma i giri?
Partiamo da lunedì: Grotte di Bossea e Santuario di Vicoforte di Mondovì.
Le prime mi sono piaciute tantissimo, il secondo è un discreto meh.
Bella l'affresco della cupola, e prima della pandemia veniva usato un sistema che permetteva ai visitatori di vederlo più da vicino.














Pirla che crede di essere un grande cacciatore... fotografico


E da adesso viene il bello.
O il meno brutto.
La strada romantica delle Langhe e del Roero.

Vale la visita? Decisamente si.
Non importa il meteo, andarci risolleva l'anima e il morale.

Rocca Rostia


Vezza d'Alba


Castellinaldo d'Alba



Cane d'attacco prova a spaventarmi a Castellinaldo

Neive 


Benevello

Montelupo Albese


Sinio


E ora i tre mitici passi tra Italia e Francia: Maddalena (l'unico fatto in entrambi i versi), Agnello, Lombarda.

Passo della Maddalena: lato francese è di una banalità disarmante, lato italiano è facile ma bisogna stare attenti ai tanti, troppi autotrasporti, dai furgoni ai TIR, che lo fanno, in ambo le direzioni. Con i TIR che non si fanno scrupolo e di non avvisare, e di occupare ambo le carreggiate.

 


 Passo dell'Agnello: lato francese è facile ma non facilissimo, la strada è ben tenuta ma un po' stretta in alcuni punti, e ci vuole parecchio prima d'incontrare il primo centro abitato. Lato italiano è molto bello, difficile, strada stretta ma non strettissima, a parte gli svizzeri con che posteggiano proprio in curva, nell'ultimo tornante, i loro dannati GS.
Se, come me, non siete più dei giovincelli e avete qualche dolore alle anche fatelo con calma, che intanto non vi corre dietro nessuno.
Se invece siete dei giovani scavezzacollo dateci gas. O, meglio, per citare l’immarcescibile Joe Bar Team: GAZ






Passo della Lombarda: fatto dalla Francia all'Italia, con la luce della riserva accesa da parecchio, pertanto tutto in folle o in prima ma tirando la frizione, un filo di gas quando serviva. E' l'unico di cui non ho foto perché il poco spazio libero in cima era occupato da due camper; la strada non è stretta, è più che stretta: è il nuovo paradigma di strada stretta. No, anzi, il paradigma rimane quella che scende dal Crocedomini, questa è leggerissimamente meglio. Data la mia condizione di "ci arrivo a Vinadio per fare benzina?" non posso permettermi di giudicare, anche se una parte (quella finale lato francese, iniziale lato italiano) mi è sembrata piuttosto piacevole, l'altra assolutamente no: in caso di traffico lì sono cavoli.

I due giorni in terra transalpina sono stati diametralmente opposti.

Il primo bello, tosto (in cima al Cayolle c'era un vento freddo che levati), e molto soddisfacente, se si esclude la parentesi alla Lombarda.
Poi devo capire ancora perché i benzinai francesi di Guillames e Isola a prezzi pareggiano quelli italiani in autostrada: da vero furto (1,8XX). Ora, quando feci la Route des Grandes Alpes mi ritrovai a Guillames con la spia accesa da parecchio e il bus del cul stretto, e fui costretto a farla, ma altrimenti si possono allegramente [censura] (e zero benzinai a Isola 2000... complimenti)



Una benedizione per chi soffre di prostata



Strani incontri






Verso la Cayolle

Fours-Saint-Laurent secondo Google Maps




Eccoci arrivati


Col de la Couillole

pausa svuotamento


Nello specchietto solo una piccola percentuale dei massi caduti sulla strada

Il secondo più tranquillo, meno stressante, ma con Google Maps che dava letteralmente i numeri.
Tra le destinazioni che avevo programmato c'erano il Fontaine Pétrifiante De Réotier di cui vi ho già detto, il Musée de la Moto (gira a destra... si, contro un caseggiato), il Pont Du Châtelet e il Fort de Tournoux dei quali si è ricordato quando stavo salendo, tra vari lavori in corso, alla Maddalena (fai una inversione a U, gira a destra e prendi... una strada senza sbocco, eccetera).

Château-Queyras (chiuso)

in direzione Guillestre





se avete bisogno di rilassarvi... :p

sullo sfondo Place forte de Mont-Dauphin





Laghetto della Maddalena

Demonte


Ultimo giorno, il programma sarebbe dovuto essere i castelli d Racconigi e di Grinzane Cavour. Purtroppo, per i motivi summenzionati, non ho potuto fare il secondo ma solo il primo.

In giro per Racconigi



esterno del castello

cappella reale (è fuori dal castello)

tomba di Umberto II




e ora il Castello































Due osservazioni, una inerente e l'altra no, il casello di Racconigi: la guida che ha accompagnato il nostro giro illustrava molto poco, in genere si limitava a consigliarci di scaricare i PDF su Personaggi, Opere, e Racconti, tramite il qr code.
Non mi sembra il modo migliore per raccontare la storia e l'arte italiane. Anzi.
E nel mio gruppo c'era uno, piemontese DOC, secondo me di Torino centro, di un rompicoglioni incredibile. A parte il fatto che si piantava a lungo davanti a ogni spiegazione illustrata e scritta (velocità di lettura: una lettera ogni 5 minuti?), poi doveva scartavetrare gli attributi di la qualunque con "eh, io".
Se vi capita un tipo simile in una visita guidata sopprimetelo prima che faccia danni.

E considerato le strade strane che GMaps mi aveva fatto fare sia il giorno prima che all'andata, al ritorno ho deciso di fare di testa mia. Meno chilometro, e meno tempo. Motociclista batte IA (idiozia artificiale) di Google Maps tranquillamente.

E ora un po' di foto fatte con la mia nuova, ma comprata usata, Nikon D7100, cui ci devo prendere ancora la mano, dato che è più complessa e ha molti più comandi della mia vecchia D90. E scusate per alcuni micromossi

Grotte di Bossea







Santuario di Vicoforte








Verso la Cayolle



Col de Vars


Castello di Racconigi: giardino ed esterno









Castello di Racconigi: interni e cucine

















E per la serie "capitano tutte a me", durante il mio ritorno dal Colle della Lombarda a Dronero GMaps mi consiglia di deviare per la SP121, invece che prendere le più comode SS21 e poi SP23 (la seconda la prendi comunque), giusto per risparmiare meno di 100 metri (il giorno che Google capisce che shorter is not faster mi farò un segone alla partenza della MotoGP a Imola davanti a tutti). Strada stretta, buia pure nei centri abitati e... e io ero con la lampadina dell'anabbagliante che aveva deciso di morire. Pertanto abbaglianti a manetta per buona parte della tratta. Stretta. Buia.

Buone strade a tutti.


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