Val di Susa 2017: rutti, scoregge e ronfate

Partiamo dal posto dove ho scelto di dormire dopo attenta ponderazione tra booking.com, trivagogogo, trippadvisor, googlemaps, l'indovina del terzo piano e il mago Otelma:

Pur non essendo in pieno centro, anzi, e il fatto che la strada d'accesso alla struttura (via San Rocco - Il sentiero ritrovato) non sia, in autunno, il top per chi viaggia in moto a causa di un discreto deposito di foglie morte e di ricci di castagno su tutto il percorso, è un bel posto, tranquillo e lontano da ogni rumore, con una splendida vista della Sacra di San Michele sia di giorno che di notte (ed, erroneamente, pensi che la strada per arrivarci sia vicina... si, è vicino il sentiero per andarci a piedi, che parte per Sant'Ambrogio di Torino, che per la strada invece inizia ad Avigliana, vicino ai laghi).
Molto gentili e simpatici, soprattutto lui, i due ospiti della struttura.
Grazie a lui, ed ai gentilissimi Priori, ho avuto modo di visitare la confinante chiesa... meglio, Santuario di San Pancrazio, che è meraviglioso.
Mentre lei è più pratica e mi ha impedito di portarmi le due valige laterali, lo zaino e la borsa da serbatoio dal B&B fino a Piazza del Priore, facendomi dare un passaggio in macchina. Inoltre mi ha risolto un problema non da poco.
Bel posto, mi ci sono trovato bene.
Dove, invece, mi sono trovato decisamente male è questo:

Io non ho nulla contro i ristoranti/pizzeria (o pizzzorante/ristoria), qui dove abito ve ne sono di ottimi che affiancano a pizze passabili (se paragonate alle Pizze che ho mangiato a Napoli) un'ottima cucina.
Ma li... da mettersi le mani nei capelli, e se sei calvo ti crescono velocemente.
Ho iniziato con delle alici (o acciughe, ma non ha importanza) al verde.
Piccola parentesi: ho uno zio di Torino, da bambino sono stato spesso a Corio Canavese, da ragazzo ho bazzicato sia nel Cuneense che nel torinese (tipo Ghigo di Prali), pertanto un minimo di nozione sulla cucina locale ce l'ho. Se ordino un piatto è molto probabile che l'abbia assaggiato in precedenza. E, pertanto, le mie papille gustative, che hanno un'ottima memoria storica, mi sanno dire con precisione millimetrica se il piatto che sto mangiando è fatto a regola d'arte, bene, in maniera potabile o male. Ebbene, quelle alici al "vorrebbe essere al verde ma invece no" erano estremamente piccanti. Devono essere piccanti, ca va sans dire, ma non "estremamente". Se mi sbagli un piatto sostanzialmente banale come questo che mi combini dopo?
Semplice: che tra cameriera e Patrick (proprietario, pizzettaro e cuoco) ne fanno una grossa: guardo tra le insalate e ne trovo una compatibile con il mio regime alimentare (aka: sono a dieta... dieta che il giorno dopo ho cercato di mantenere, e un po' ce l'ho fatta, mercoledì pure, ma da giovedì in poi l'ho mandata bellamente a quel paese con gran felicità), la ordino e... mi portano una pizza 😲😲😲😲
Il fatto è che sia l'insalata che la pizza hanno lo stesso nome.
Potevo io saperlo o sospettarlo?
Ovviamente no.
Poteva la cameriera farmelo presente?
No, doveva. E se se l'era dimenticato, sarebbe dovuto essere Patrick a ricordarglielo (ma vuole la pizza o l'insalata?).
Portan via la pizza (triste: salsiccia e patatine fritte) e mi portano l'insalat...
AAAAAAAARGGGHHHHHH
Che vedono i miei occhi?
Patatine fritte???
In una insalata??????
Ma siamo rincitrulliti??????
Ma diamo di matto?????????
Abbiamo fatto il corso cuochi&pizzettari alla Scuola Radio Elettra di Torino???????????????????????
Se l'elenco degli ingredienti dell'insalata porta la dicitura "patata" la persona media si aspetta la patata, quella bianca, non le patatine fritte.
Boia d'un mond leder!
Anzi: boia faust!
Per farvi capire il livello del locale:
menu (parziale)

il piatto incriminato

(songino! crostini di pane!! patate fritte!!!)
E il conto? Un vero furto:


Digressione: il lunedì a Vaie i locali aperto sono due: Patrick e Soralamà (birrificio/brasseria.... e, in piccolo, ristorante. Se andavo li era meglio, anche se è vero che al peggio non vi è mai fine)
La sera dopo (a pranzo una pizzetta scongelata in un bar di Fenestrelle) mi sono rifatto:

E questo il primo

Qui si manga decisamente bene, a mio (im)modesto parere il ristorante migliore della settimana.
Mercoledì: a pranzo un tris discreto qui (costo: 16 euro, caffè, molto buono, ed acqua minerale inclusi)

Inizialmente ho provato ad entrare al Sabaudia, ma era pieno (in media si spende sui 50, mi è andata bene, via).
La sera una pizza veloce (alle 10 della notte) a Susa e via.
Giovedì gnocchi?
No, giovedì Fenestrelle (la fortezza di).
E dove ho mangiato a pranzo?
Ovviamente, dato che la gran parte dei locali di Fenestrelle è già chiusa per ferie, vacanze e giri del mondo, al ristorante interno al Forte (no wifi, no connessione, no carte di credito o bancomat).

Il conto finale? Onesto. Non ricordo la cifra esatta ma ci stava.
Mentre alla sera all'unico, tra i tanti, ristorante raccomandato da Luca Chichizola in zona Vaie:


Menu:
Agnolotti di toma
Trota in vasocottura
Tarte Tatin all'ananas (spettacolare!!!)
Acqua e caffè
E questo si piazza secondo nella mia classifica ideale.
Venerdì disastro.
Il programma giornaliero prevedeva un giro in Francia, questo:

che, purtroppo, ha subito una "leggera" deviazione perché tra Saint-André e Saint-Michel-de-Maurienne la D1006 era chiusa, con "obbligo" di prendere gratuitamente l'autostrada o, come seconda scelta, andare affanculo.
Così non mi sono fermato al ristorante scelto in precedenza, nei pressi di Orelle (pressi, non in Orelle), e, dopo aver cassato codesto ristopizzagiro

mi sono fermato qui

dove, per la folle cifra di 11 euro, mi hanno dato un tris decisamente squallido:
Mentre alla sera... non è andata molto meglio, e anche li la spesa è stata contenuta (15 euro)


Mentre sabato è stata la giornata del "no carte di credito, no bancomat, no denaro elettronico"
Prima a Exilless


In realtà sulla statale c'è un altro ristorante, ma è è poco considerato.
Unico neo il conto totale: 22 euro.
Alla sera sono stato qui:

ma dopo che al Betulla e al A modo mio di Sant'Antonino di Susa mi hanno detto "pieni, suka" (diventando Sant'Antonino dei Suka).
Risultato? Terzo in classifica:

Sia all'andata che al ritorno mi sono fermato allo stesso locale
mangiando e pagando in modo diametralmente opposti.
Nei feriali fa una specie di menu limitato a prezzo semifisso (si spende sui 10/15 euro a testa), mentre la domenica si sciala (un 10/15 in più circa, ovviamente senza prendere pesce che se no lievita ancora, io ho speso 24 euro la domenica)

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