Bologna la rotta

Appena tornato da Bologna, detta "la turrita", o "la piccola Roma" (dopotutto stiamo parlando del secondo comune per importanza, dopo Roma, ai tempi dello Stato della Chiesa).
Da dove partire per descrivere questa città?
Dalle sue mille contraddizioni?
Dalle sue mille chiese?
O non è, forse, meglio partire dai suoi abitanti?
Ecco, i bolognesi son persone di cuore, solari e gentili.
Veramente un altro mondo rispetto alla Liguria, terra di migugni e musi lunghi.
Bologna è una città che guarda molto al futuro, con la costruzione di una linea (i cantieri sono aperti, e tagliano di netto il centro della città ed impediscono od offuscano paesaggi cittadini estremamente importanti e belli) di autobus "autoguidati" (ma che avranno comunque bisogno a bordo di un conducente... ma non sono autoguidati?), ma è altrettanto incapace di vedere le innumerevoli buche, i tanti avvallementi nel terreno, i troppi scalini sconnessi che ne caratterizzano, in negativo, il tessuto urbano centrale.
Bologna è una città che ha mille e mille tesori, da quelli più centrali a quelli più periferici, nascosti tra chiese, palazzi e musei.
Però è anche una città che non richiama il turista, talvolta fa di tutto per allontanarlo o, peggio, farlo arrabbiare.
Il santuario di San Luca, per esempio, è posto su una collina alla periferia della città. Ci vogliono venti minuti d'autobus e quaranta di cammino sotto il famoso Portico per arrivarci. Ci sarebbe un bus navetta, ma gli orari di partenza sono un poco assurdi e, inoltre, c'era pure una frana sulla strada a renderne ancor più complicato il passaggio.
Orbene, questo piccolo gioiello artistico ed architettonico è sotto restauro da qualche mese, e ce ne vogliono almeno 2 o 3 ancora per finirlo, a causa del terremoto del 2013 e dell'incendio dell'anno scorso.
Il fatto è che i bolognesi, anche quelli che ti invitano caldamente ad andarci, non ne sanno nulla, e lo scopri solo dopo aver scarpinato per un'erta non indifferente.
Bel posto, si gode una vista fantastica, ma avrei speso altrimenti le due ore passate tra andata e ritorno se l'avessi saputo prima. Mettere un cartello prima d'iniziare la salita, magari all'altezza dell'arco del Meloncello?
O vogliamo parlare di quei musei che chiudono alle 13:00, di quelli che chiudono alle 15:00 (e tu ci stai entrando alle 14:45 ed alle 14:55 ti fanno uscire? E perché dirti qualcosa, quando c'è una targa in ottone praticamente illeggibile all'ingresso?). O di quelle chiese che chiudono dalle 12:00 alle 16:00?
Posso capire la pausa pranzo, ma metterci anche la siesta no, grazie.
Un consiglio: programmate le visite in base agli orari di apertura e chusura, fate prima.
E non "ad minchiam" come ho fatto io, oramai troppo ben abituato dagli orari capitolini.
E, soprattutto, non andate a San Luca senza prima informavi, magari telefonicamente, se i restauri sono finiti o ancora in corso.
Cosa visitare e cosa no? Difficilissimo a dirsi, ci sono talmente tante cose che non ho potuto vedere che stilare una classifica è compito assai arduo, ma ci provo.
Per tacere delle moltissime mostre che oggi ci sono e domani non più (up "Da Cimabue a Modandi", down "Too early too late").
Direi che, tra le tappe obbligatorie, metterei senza timor di venir smentito, la Pinacoteca, la chiesa di San Petronio in piazza Maggiore, quella di San Giovanni in Monte, San Pietro (fantastica la Cappella del beato Nicolò Albergati, la prima a destra entrando) e Santa Maria della Vita per le bellissime "Deposizione" che si trovano al loro interno, San Bartolomeo, la Basilica di Santo Stefano o delle "sette chiese", le due torri e la salita fino in cima a quella degli Asinelli per godere di una vista impareggiabile, il Museo della Scienza e dell'Arte (o Museo di Palazzo Poggi) e le collezioni comunali d'arte.
Un gradino sotto colloco San Paolo Maggiore e San Domenico, il museo civico Medievale e il museo civico Archeologico.
Da evitare? Assolutamente l'Archiginnasio. Bella la sala nota come "Teatro Anatomico" (l'Archiginnasio è la prima università moderna al mondo, ed aveva tree aule: anatomia, giurispridenza e "lettere ed arte", in cui si insegnavano ance le scienze), che è rimasta intatta. Lascia l'amaro in bocca, invece, la visita alla sala nota come "Stabat Mater", che ora è trasmormata in sala conferenze; mentre la sala degli Artisti è ora inglobata nella biblioteca. Come sprecare 3 euro.
Manca qualcosa? Si, tutto quello che, a causa di orari allucinanti, restauri in corso (tra i palazzi in corso di restauro c'è anche il Palazzo di Re Enzo, con una copertura sponsorizzata allucinante) e mancanza di tempo non ho potuto vedere.

Commenti

Post popolari in questo blog

Valtellina 2019: 2300 chilometri in sette giorni

[half] Daily trip: un pulcino bagnato

Cuneese 2021: variabile con brio