Andy Warhol a Sarzana

Non come mummia o come spettro, bensì oltre 200 opere dell'artista più iconico di sempre della pop art.


All'andata ho preso l'autostrada (da Lavagna), perché tirava un vento gelido assurdo; al ritorno il più classico passo del Bracco, il primo del 2018.
Ho pure girato i 43.000 chilometri, e devo dire che Sarzana merita una visita più approfondita, logicamente in periodo più consono (tarda primavera, estate, primo autunno)
Intanto da fine marzo al 6 maggio ci sarà la mostra/laboratori/eventi Galileo e la rivoluzione scientifica. Magari sarà interessante.
Tornando a bomba, c'era tutta l'iconografia Warholiana:
dalla classica zuppa Campbell

a Marilyn Monroe
passando per Mao (nada foto, dato che mancava Nixon), per arrivare alle copertine dei dischi, tra cui quella di Nico e alcune dei Rolling Stones:


ai meno noti ritratti di personaggi famosi

alle opere più misconosciute e, forse, più belle, tra cui quelle sui trans di New York (foto tutte sfocate 😭😿😈😢 ), i pellerossa, le scarpe, il Vesuvio e tanto altro.


Dopo la mostra ho pranzato all'Osteria dei Sani (finché non sono arrivato io)

dove per l'incredibile cifra di 25 cocuzze ho mangiato strozzapreti al tonno (buoni, anche se un po' troppo caldi) e trancio di salmone con blablabla (discreto, esteticamente bleach)

Alla prossima, V-Lamps

Commenti

Post popolari in questo blog

Valtellina 2019: 2300 chilometri in sette giorni

[half] Daily trip: un pulcino bagnato

Cuneese 2021: variabile con brio