Una buona tazza di the - la materia prima

Iniziamo da un presupposto imprescindibile: quando si parla di the, tea, te o come cavolo preferite scriverlo, non si discetta del prodotto in bustina. Non che non ve ne siano di validi, anzi, ma il loro uso si limita alla veloce preparazione di una base per un dissetante the freddo estivo e nulla più. No, il vero the è quello preparato con le foglie messe in infusione, dentro apposito colino, in una teiera di acqua calda non bollita. Ma che the scegliere? Perché, non nascondiamoci dietro una pagliuzza utilizzata per smacchiare un giaguaro che passava per caso, è quello il vero problema. Personalmente divido il the per usi: "mattiniero" (anche se io non lo uso a colazione), pertanto un the forte, con un gusto deciso serale (o pre dormita), dove preferisco un gusto avvolgente e morbido, suadente ed esotico. Il primo è sicuramente un bel the nero, possibilmente un Lapsang Souchong (la versione destinata al consumo interno è preferibile a quella, grossolana, destinata all'esportazione) o un Darjeeling "etico" (non ossidato o semiossidato - in pratica un nero divenuto verde oppure oolong). Nel secondo caso viro verso un the verde, magari un Gunpower o il giapponese Gyokuro. Per il pomeriggio un'ottima scelta può essere il verde cinese Gunpowder, dal gusto fresco e dissetante; oppure il Lung Ching, delicato e fresco.
Interessante il Shui-Hsien, un oolong con un retrogusto di frutta. Ho avuto modo di provarlo solo una volta, non riesco a collocarlo e, purtroppo, non riesco a reperirlo dai miei fornitori, però mi colpì favorevolmente. Però bisogna vedere se fu un caso o se è veramente un prodotto che merita.

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