Daily trip: un incubo ad occhi aperti
Il motociclista teme poche cose: il ghiaccio, il ghiaietto, le foglie morte in mezzo alla strada ma pure ai lati (a partire dai temibili aghi di pino), o coglioni in contromano e cose così. Ora immaginatevi una strada stretta, larga a sufficienza per una macchina; tonnellate di ghiaietto in centro e, talvolta, pure ai lati; foglie morte come dopo un acquazzone di quelli tosti, e un mezzo di oltre 200kg di peso a vuoto con due ruote, e senza l'ombra di protezioni stradali laterali per quasi tutto il percorso. Di cosa sto parlando? Semplice: della strada che collega Brallo di Pregola a Zerba: Descriverla è quasi impossibile: inizia bene, bella larga, questo fino a Prodongo. Da li in poi la strada diventa strettissima, tanto che al confronto quella che attraversa il parco delle Capanne di Marcarolo sembra un'agile autostrada a quattro corsie, ma l'inizio ti frega perché sembra di essere su una strada simile a quella del Marcarolo, ma fatta qualche curva ce l'hai nello